Il bacio al rosario e i riferimenti alla cultura cristiana da parte di Matteo Salvini, durante il comizio elettorale della Lega a Milano per le europee, ha scatenato la reazione di Famiglia Cristiana e Civiltà Cattolica. In un editoriale della prima testata si legge: “Il rosario brandito da Salvini e i fischi della folla a Papa Francesco, ecco il sovranismo feticista”. “I cristiani si indignino su rosari e crocifissi in politica”, ha detto invece padre Antonio Spadaro.
Non si è fatta attendere la replica del diretto interessato, che ha dichiarato: “Sono l’ultimo dei buoni cristiani, ma sono orgoglioso di andare in giro col rosario sempre in tasca. Noi stiamo garantendo più sicurezza agli italiani e stiamo salvando vite. Un direttore di un settimanale cattolico mi ha attaccato perché ho osato parlare di Dio, dei Papi, dei nostri valori e delle nostre radici e perché ho mostrato il rosario. Sono orgoglioso di testimoniare quella che è una civiltà accogliente, ma un contro è essere accogliente e un conto è suicidarsi. Lo diceva Papa Benedetto, lo diceva Wojtyla, lo diceva Oriana Fallaci”.
Sulla manifestazione sovranista in Piazza Duomo è intervenuto anche il direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro. “Ascoltare il nome di Dio e di Maria non deve fare esultare l’animo religioso sempre e comunque. Infatti “Non nominare il nome di Dio invano” ci chiede di non usare il nome di Dio per i propri scopi. Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio”.
Il ministro dell’Interno ha risposto anche alle critiche mosse da padre Spadaro. “L’Europa che nega le proprie radici non ha futuro. Io sono credente, il mio dovere è salvare vite e svegliare coscienze. Il confronto con le altre culture è possibile solo riscoprendo la nostra storia e riscoprendo i nostri valori, come peraltro detto negli ultimi decenni da tutti i Santi Padri. Sono orgoglioso di testimoniare, con azioni concrete e con gesti simbolici, la mia volontà di un’Italia più sicura e accogliente, ma nel rispetto di limiti e regole”.
“Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti”, ha dichiarato invece il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. “Invocare Dio per se stessi e’ sempre molto pericoloso”, ha aggiunto a margine della Festa dei Popoli a San Giovanni in Laterano.